La Chiesa parrocchiale - L'Insigne Chiesa Collegiata

La chiesa parrocchiale di Maleo risale a tempi molto antichi. Le fonti storiche circa il suo sorgere sono costituite da pergamene che risalgono al secolo XI.
La chiesa parrocchiale di Maleo risale a tempi molto antichi. Le fonti storiche circa il suo sorgere sono costituite da pergamene che risalgono al secolo XI. E’ dedicata ai Santi Martiri Gervasio e Protasio. La sua dedicazione risale alla data del 20 Giugno 1856. Fin dal secolo XV essa era insignita del titolo di Insigne Chiesa Collegiata. Tale titolo viene confermato da una bolla di Papa Giulio II del 1511. Ancora prima del Concilio di Trento la Collegiata beneficiava di amplissimi privilegi, aveva statuti propri e vi erano dieci Canonicati, soppressi poi in epoca napoleonica.
La facciata è ripartita da una grande e semplice cornice che corre sotto la finestra centrale. Termina con un timpano spezzato nel quale è inserita una struttura con nicchia. Gli estremi del timpano spezzato sono ornati da quattro pinnacoli piramidali due per lato. Le cinque nicchie presenti sulla facciata sono sede delle statue dei Santi Francesco d’Assisi e Giovanna d’Arco ai lati del finestrone centrale, degli Apostoli Pietro e Paolo nella parte bassa della facciata, e dell’Immacolata in alto, nel fastigio. Questa statua, in stile barocco risale all’originaria costruzione della chiesa. La finestra centrale presenta una vetrata che raffigura i Santi Martiri Gervasio e Protasio.
La chiesa è dotata di tre ingressi corrispondenti alle tre navate laterali. L’ingresso principale presenta un protiro poggiato su due colonne di granito. Le porte, in legno di rovere di Slavonia, sono state realizzate nel 1942. La scritta “SANCTIS M.M. GERVASIO ET PROTASIO DICATUM” campeggia sulla facciata della chiesa. Essa è composta di caratteri in bronzo.
A lato della chiesa, più precisamente sul lato sinistro, si erge il possente campanile, che raggiunge un’altezza di circa 48 metri ed è dotato di una elegante cella campanaria ad archetti sopraelevati sostenuti da leggere colonnette in granito. Ospita cinque campane.
L’interno della chiesa è costituito da tre navate con accenno di transetto, che le conferiscono l’aspetto di croce latina. La decorazione è assai imponente. E’ opera del Professor Luigi Morgari di Torino, chiamato nel 1920 dall’Arciprete Monsignor Pietro Trabattoni a restaurare e decorare le pitture della chiesa con scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Le scene non sono statiche, ma sono piene di movimento e armoniosità.
Al restauro delle decorazione partecipò anche il Professor Luigi Valtorta di Milano, il quale affrescò sulla navata centrale la medaglia raffigurante Gesù che consegna le chiavi a San Pietro alla presenza degli Apostoli. Opera del Professor Luigi Valtorta è anche l’affresco presente sulla parete absidale, eseguito nel 1866, raffigurante il Martirio dei Santi Gervasio e Protasio, titolari della Chiesa.
I fratelli gemelli Gervasio e Protasio, che si trovavano a Milano, subirono il Martirio all’epoca dell’Imperatore Diocleziano nel IV secolo d.C., o, secondo altre ipotesi, in una delle tante persecuzioni ai cristiani del II Secolo d.C. all’epoca di Decio e Valeriano. Il loro culto fu diffuso da Sant’Ambrogio, vescovo e patrono di Milano, a cui si attribuisce la scoperta dei corpi di questi “due sconosciuti” che poi si rivelarono come i due Martiri Gervasio e Protasio. La loro festa cade il 19 di Giugno.
Per il degrado subito nel tempo le pitture furono oggetto di restauro iniziato nel 1988 e terminato nel 1990 e oggi si possono di nuovo ammirare in tutto il loro splendore. Il presbiterio della chiesa è formato dall’antico altare e dal nuovo, realizzato nel 1975 in adeguamento alle nuove esigenze liturgiche. Sul retro del presbiterio si trova i Coro ligneo settecentesco da doppio ordine di stalli con letturino sostenuto da un elegante mobiletto ottagonale. Le due statue che affiancano l’affresco principale dell’abside rappresentano i Santi Vescovi della Chiesa Lodigiana Bassiano e Albertoprotettori della Diocesi di Lodi. La volta del presbiterio è ornata dalle allegorie della Fede, dellaSperanza e della Carità, mentre le pareti laterali presentano le scene pittoriche della‘Moltiplicazione dei Pani’ e del ‘Sinite parvulos venire ad me’. Sempre ai lati del presbiterio vi sono l’Organo, opera dei Fratelli Serassi di Bergamo (1833/1835) e la cantoria. Sulla volta a botte, in un grande medaglione il Prof. Morgari realizzò l’opera “Adorazione e trionfo della SS Eucarestia’ , mentre al centro della crocera dipinse le figure dei quattro Evangelisti.
Nella navata sinistra si trova l’altare dedicato alla Madonna del Rosario, la cui statua è ornata da tele rappresentanti i quindici misteri del Rosario risalenti al secolo XVII. Sulla volta di questo altare troviamo il dipinto della scena dell’Assunzione della Vergine Maria in cielo.
Segue l’altare del Crocifisso: in una nicchia marmorea dalla forma cruciforme viene conservato un crocifisso ligneo, opera di uno scultore lombardo del XVII secolo di cui non si conoscono le generalità.
Dopo questo altare troviamo un altro altare: quello dedicato a San Carlo Borromeo. La pala rappresentante il Santo in mezzo agli appestati è inquadrata in una cornice in marmo nero ornata con testine. Questo altare fu voluto dal Barone Giacomo Trecchi. Una lapide marmorea posta al di sopra della cornice lo ricorda. Ai piedi dell’altare, oggi è stata collocato un complesso ligneo della Madonna di Caravaggio e la Giovannetta, che si trovava in una cappelletta del paese e che è stato donato alla parrocchia dalla proprietaria di quello stabile dopo che aveva venduto i suoi terreni. Questo complesso, recentemente restaurato, è di notevole valore artistico e storico: secondo i pareri degli esperti d’arte sarebbe opera dello scultore Giacomo Bertesi (1643-1710).
Più avanti, a inizio navata vi è una nicchia contenente la statua lignea di Sant’Antonio di Padova. Sotto questa nicchia è stata dipinta una lapide su cui sono stati iscritti i nomi dei cittadini di Maleo caduti nelle guerre mondiali.
All’inizio della navata destra si trova la Cappella del Santissimo Sacramento. In tempi antichi questo altare costituiva un notevole privilegio, in quanto, se si esclude la Cattedrale di Lodi, la Chiesa malerina era la sola in tutta la Diocesi a possedere la Cappella del SS Sacramento distinta dall’altare maggiore. La cappella è in forma neoclassica e la volta è decorata da pitture che riportano a finti cassettoni e rosette dorate. Al centro della cupola si trova un affresco di Cristo Re attorniato dai simboli dei quattro evangelisti. Le quattro virtù cardinali completano i lati della cupola. L’altare della Cappella in marmo è in stile barocco ed è sormontato da un piccolo tempio a colonnette tortili; sulla sommità del tempietto si trova una statua di piccole dimensioni del Redentore. Il fondo della Cappella è ornato di una tela seicentesca che rappresenta l’adorazione dei Magi, opera di Francesco Boccaccini.
Sul lato destro della parete dell’altare del SS. Sacramento si trova il quadro del Santo Martire Sulpizio, soldato martirizzato alla fine del III o all’inizio del IV secolo D.C., e comunque prima dell’Editto di Costantino. San Sulpizio è compatrono della Parrocchia. A lui è dedicata la Sagra del paese che si svolge la quarta domenica di ottobre. Oltre al quadro del Santo, rappresentato nel momento in cui tende verso il cielo con in alto due angioletti che sorreggono una corona sopra la sua testa, è presente anche una consistente reliquia. Essa fece il suo ingresso in Maleo con solenne processione il giorno 23 Ottobre dell’anno 1661. La data del mese di ottobre era dovuta al fatto che le persone emigranti all’estero per lavoro rientravano nelle loro case solamente in autunno. San Sulpizio è venerato soprattutto in terra francese. Non si conoscono per intero le circostanze per cui i nostri padri siano venuti in possesso di una reliquia di tale consistenza.
Più avanti troviamo la cappella dedicata a San Sebastiano. Questo altare fu patrocinato dal Comune di Maleo. E’ in marmo di Carrara in stile classicheggiante. La cupola sovrastante presenta il dipinto dell’Apoteosi dell’intera Umanità. Al centro si trova la pala che rappresenta San Sebastiano sostenuto dall’Angelo della carità e medicato da Irene, opera del pittore milanese Prof. Cesare Poggi. Ai lati della pala vi sono due statue: una di Santa Rita e l’altra di Sant’Agnese, mentre nelle due nicchie laterali sono conservate le statue in legno di Sant’Antonio Abate (XVII Secolo) e di San Luigi Gonzaga, quest’ultima più moderna. Al di sotto della mensa di questo altare in un’urna di legno è conservato il corpo del Martire Sant’Ireneo, donato alla Chiesa di Maleo nel 1725 dal Marchese Manfredo Trecchi. Si tratta di un corpo di santo estratto da qualche catacomba romana. Il Santo, per la sua provenienza dall’acqua, (arrivò fin qui da Roma esclusivamente per via fluviale, ricevuto sulla sponda del Fiume Adda nei pressi della Cascina Bosco Trecchi di Maleo) è ancora oggi venerato e invocato durante il caldo e i lunghi periodi di siccità per ottenere la pioggia. In passato è stato mostrato in processione specie nelle lunghe estati calde e poco piovose. L’ultima processione con l’urna del santo risale all’estate 2003.
Segue la Cappella del Sacro Cuore, ornata dal pittore lodigiano Zambellini, che presenta nella sua parte bassa il simulacro in legno della Vergine Dormiente, recentemente restaurata. Due sono gli esemplari della statua della Madonna Dormiente in Italia: il primo è quello del Santuario del Sacro Monte di Varallo e l’altro è quello della Chiesa malerina. Il termine Dormiente veniva usato nell’antica letteratura cristiana per indicare la morte della Vergine Maria. La Chiesa orientale e bizantina aveva una forte devozione per la “Dormitio Virginis”. La Dormizione di Maria ben presto si tradusse nel mistero dell’Assunzione di Maria Vergine al cielo. La Chiesa malerina dunque possiede entrambe le forme dell’Assunzione al cielo di Maria Vergine: quella tradizionale, in forma pittorica, e quella “orientale”rappresentata da questo simulacro.
La prima cappella della navata destra è invece dedicata a San Giuseppe. La scultura è di opera moderna, mentre gli affreschi delle pareti laterali con le scene della Sacra Famiglia e del Transito di San Giuseppe sono stati eseguiti anch’essi dal Prof. Valtorta.
Completa la navata il battistero, dotato di un artistico gruppo statuario moderno che rappresenta Il Battesimo di Gesù. Notevole è il fonte battesimale composto da una pila in marmo rosso di Verona per l’acqua santa e di una bacinella di forma ellittica coperta da una cupoletta settecentesca in legno con ornamenti di fiori. Lo spazio è circoscritto da una cancellata in ferro battuto decorata con roselline dorate.
La Sacrestia si trova in testa alla navata sinistra; è arredata con robusti armadi in noce del XVIII secolo. Vi sono due grosse vetrate sulle quali sono riportati i simboli della Passione e dell’Eucarestia. Sopra il cassettone posto sulla parete frontale vi si trova un crocifisso ai cui lati vi sono le statue di San Francesco d’Assisi e di Santa Chiara, recentemente restaurate e riportate al loro originario splendore.
Si tratta di statue risalenti al XVII secolo e provenienti dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie del soppresso convento di San Francesco presso l’omonima Cascina a pochi passi dal borgo malerino che fu la prima parrocchia del Venerabile Pietro Trabattoni prima di giungere a Maleo, ove resterà Arciprete per ben quarant’anni. Le sue spoglie si trovano in un sacello posto sul lato destro dell’ingresso della sacrestia, mentre sulla destra dell’ingresso si trova la lapide con la scritta in sua memoria. Fu proclamato Venerabile dalla Chiesa in virtù di una vita luminosa tutta spesa a servire Dio e i fratelli più poveri.