La Grotta

La riproduzione malerina della Grotta di Lourdes è il segno della pietà mariana del Venerabile Trabattoni. Questo fu il luogo del suo ultimo appuntamento con i malerini in cui consegnò il suo testamento spirituale.
La riproduzione malerina della Grotta di Lourdes è il segno della pietà mariana del Venerabile Trabattoni. Questo fu il luogo del suo ultimo appuntamento con i malerini in cui consegnò il suo testamento spirituale.
Il nostro Venerabile aveva una filiale, sconfinata fiducia nella Madonna, confidava che assistesse lui nel suo ministero e proteggesse i suoi figli, tanto vicini quanto lontani. Affermava che “la devozione a Maria è la tessera dei veri cattolici, è un segno di predestinazione”.
Nel febbraio 1904, ricorrendo il 50° anniversario delle apparizioni di Lourdes, Monsignore lanciò l’idea di erigere una riproduzione della benedetta grotta di Massabielle. Scriveva, l’arciprete, al suo vescovo: “L’assicuro che sarà mia premura far costruire la grotta in modo che riesca ad onore di Maria santissima e meno indegna che sia possibile della santa messa, che ardentemente si desidera possa venir ivi celebrata, ad edificazione del mio dilettissimo popolo”.
In pochi mesi il progetto fu attuato, con massi portati dalle montagne bergamasche, vi fu collocata una bellissima statua di Maria Santissima e di una devota Bernardetta, opere dello scultore Nardini di Milano. Don Giovanni Savoldelli, stimato e popolare oratore, vi predicò il mese di maggio in preparazione dell’inaugurazione che si tenne, poi, il 19 giugno, con la celebrazione della Santa Messa. Frattanto, il 15 maggio, il Santo Padre aveva concesso la facoltà di celebrarvi una messa alla settimana mentre, il 17 giugno, il Vescovo di Lodi riconosceva, come luogo sacro, la Grotta con la sua piccola pertinenza.
La stampa dell’epoca riportava: “Non passa ora del giorno che la Grotta non sia visitata da pie persone. L’indulgenza di 7 anni e 7 quarantene, concessa da Pio X in perpetuo, si acquista recitando tre ave maria ed una salve regine…” e ancora “i fedeli, dopo le funzioni vespertine passano dalla chiesa alla Grotta e la ad alta voce, uomini, donne, fanciulli, giovinetti, attorno alla cancellata rispondono al rosario recitato dal pastore. Il Parroco vi celebrerà poi la santa messa tutti i sabati mentre nei giorni festivi vi reciterà solennemente il rosario, con un crescente concorso di popolo che così prostrato, all’aperto davanti alla Santa Vergine dei Pirenei, offriva ai passanti uno spettacolo edificante di fede. Trabattoni usava definire Maleo “Feudo di Maria”. Diceva: se saremo devoti a Maria, noi resteremo sulla strada sicura, non ci lasceremo ingannare dai nemici della religione, travestiti da amici, e giugngeremo al beato porto del paradiso.
Davanti a questa grotta, Maleo raccoglierà il testamento spirituale del Venerabile Trabattoni: il 20 agosto 1930, vigilia del suo sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale, dalla finestra della casa di riposo, che guarda la grotta, si rivolgerà, per l’ultima volta, ai suoi amati malerini, accorsi in gran numero ad ascoltarlo. Concluse così il suo discorso di commiato: Parrocchiani tutti, siate devoti alla Madonna che è nostra speranza: invocatela nelle tentazioni, nei pericoli, in vita e in morte. Addio dilettissimi. Pregate molto per me e io pregherò per voi. Arrivederci in paradiso!